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Museo di Itri

La storia

Prima e più importante fra le grandi strade consolari che uscivano da Roma era la via Appia, la cosiddetta 'Regina viarum', voluta nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare direttamente Roma a Capua. In seguito all'espansione di Roma nel Mezzogiorno, la via fu più volte prolungata fino a raggiungere Brindisi, nel II secolo a.C.  venendo a costituire l'asse viario di comunicazione con l'Oriente, per un percorso totale di 365 miglia, pari a circa 540 Km. Per coprire l'intero tragitto occorrevano 13-14 giorni di viaggio, durante i quali si poteva sostare presso le numerose stazioni di posta per il cambio dei cavalli, spesso dotate di luoghi di ristoro e di alloggio per i viaggiatori.
L'Appia rimase in uso fino al Medioevo ma cadde poi in abbandono. Riaperta a fine Settecento, ai primi all'Ottocento risale la prima proposta di farne un parco archeologico mentre la prima reale risistemazione fu intrapresa sotto Pio IX, ad opera di Luigi Canina. Fu poi con il Piano Regolatore del 1931 che si pianificò la realizzazione di "un grandissimo parco comprendente tutta la zona cosparsa di antichità situata tra la Via Ardeatina e la Via Appia Nuova ed il cui asse fosse costituito dalla Via Appia Antica", progetto concretizzatosi nel 1988, con l'istituzione del Parco regionale dell'Appia Antica.

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